In Famiglia e caratteristiche personali

Carlo Tancredi Falletti, Marchese di Barolo, era l'ultimo discendente della nobile e ricca famiglia piemontese dei Falletti di Barolo.

Nacque a Torino il 26 ottobre 1782 e fu battezzato nella chiesa di San Dalmazzo.

Tancredi dal padre Ottavio ereditò l'amore agli studi. Dalla madre, la nobildonna savoiarda Maria Ester Paolina d'Oncieu, la bontà d'animo, una fede ed una religiosità profonde.

Il giovane visse un'adolescenza tranquilla, ebbe un'ottima formazione umana e cristiana, ricevendo inoltre lezioni di cembalo, disegno, maneggio e ballo.

Per dedicarsi maggiormente all'educazione del figlio, Ottavio decise di lasciare la vita militare: insieme fecero viaggi "istruttivi" in Germania, Olanda, Svizzera e Francia, incontrando ambasciatori, sovrani e ministri.

Tancredi venne chiamato alla corte di Napoleone che lo Conte dell'Impero. Nel 1841 scrivendo ad un amico, non ebbe remore nel definire quel periodo come una "prigionia di Babilonia". Tuttavia, nella capitale francese. Conobbe la sua futura consorte, evento che cambiò la sua vita.

Attività "professionali"

Tancredi, con vari incarichi, fu a servizio della pubblica amministrazione per ventidue anni. Leggendo i verbali municipali, si può constatare come il Marchese fosse sempre presente, anche nell'ordinaria amministrazione pubblica: non è stato membro attivo soltanto nei momenti più rilevanti e innovativi della vita cittadina, ma si è distinto nell'assiduo e costante interesse alla realtà circostante, senza clamori, senza eccessi di sorta.

  • Nel 1821 firmò con altri 22 sottoscrittori la richiesta al Sovrano perché si concedesse la Costituzione.
  • Sindaco della Città di Torino nel 1825-1826 e nel 1827-1827, realizzò alcuni provvedimenti pratici a favore dei bisognosi, come la distribuzione di seimila razioni di legna per riscaldare le case dei poveri contro la "rigidezza" dei mesi invernali.
  • Istituì alcuni posti, a spese municipali, nella Scuola per Sordomuti, una delle prime fondate a Torino.
  • Come Deputato segretario per le scuole nel 1838 riforma delle scuole comunali "del disegno e della geometria pratica", già esistenti, ma delle quali gli pare opportuno modificare l'indirizzo e gli insegnamenti. Anziché all'educazione di un nucleo privilegiato a ristretto di aspiranti alla carriera artistica, egli propone di destinare tali istituti "all'immediata applicazione alle arti e ai mestieri", ossia alla formazione professionale della più ampia schiera di giovani da avviare al lavoro, offrendo loro un solido bagaglio di conoscenze teorico-pratiche.
  • Fondò anche una scuola di pittura e scultura a Varallo.
  • Come Segretario della "Deputazione" del Consiglio Generale per l'istruzione pubblica, si occupò delle Scuole, chiamate allora primarie, e le fece affidare tutte, secondo il sistema usato in alcune città della Francia, ai Fratelli delle Scuole Cristiane, ordine religioso fondato per l'istruzione dei fanciulli poveri.
  • Apertura di Scuole elementari in due rioni della Città.
  • Apertura di Scuole cattoliche nella diocesi di Pinerolo, per dare un'educazione cristiana alle ragazze di quelle valli, dove le scuole erano gestite prevalentemente dai Valdesi.
  • Collegio Barolo: realizzato nel castello Barolo, con lo scopo di offrire un'istruzione ed una formazione tecnica ai giovani capaci, ma con scarse possibilità economiche.
  • Fu tra i promotori della costituzione di una Cassa di Risparmio per i  

    • piccoli risparmiatori che a quel tempo era una novità.
    • Diede un impulso determinante alla realizzazione del tempio votivo della Gran Madre di Dio.
    • "Deputato" per i viali, si interessò alle nuove strade alberate che sorsero nell'ingrandimento della città; creò nuove aree verdi; risanò le prigioni delle Torri di Porta Palatina ed elevò, a proprie spese, un piano delle Carceri delle Forzate di Via San Domenico.
    • Fu addetto alla "notturna illuminazione".
    • Nel 1828 diede un contributo straordinario per la costruzione del Cimitero Generale della Città, progetto necessario per questioni igieniche- Torino aveva visto aumentare considerevolmente in pochi anni i suoi abitanti – e anche per dovuto omaggio alle persone defunte non abbienti le cui salme erano accatastate in fosse comuni. Quando si volle ringraziare il Marchese egli chiese solo di avere una lapide che spronasse i visitatori ad una preghiera di suffragio per lui stesso, i genitori e la sposa.
    • Fu valido confidente di Carlo Alberto che lo volle nel Consiglio di Stato, carica da cui chiese di essere esonerato nel 1831 per problemi di salute.
    • Nel 1832 fu nominato amministratore dell'ospedale di Moncalieri. Proprio nella cittadina alle porte di Torino era suo desiderio aprire un ospedale per bambini, in un edificio di sua proprietà. Per la morte inaspettata del Marchese, il progetto subì una battuta d'arresto e fu poi realizzato da Giulia a Torino.
    • Sapute le difficili condizioni di vita nelle Valli di Viù, anche a causa dei pessimi collegamenti stradali, promosse la costruzione della strada carrozzabile dal ponte di Germagnano a Viù.  

    Silvana Scarambone